Hans Christian Andersen
Introduzione alla serata per il bicentenario
Sorengo, Sala CIC, 20 aprile 2005
Dott. Pia Todorovic Redaelli
Hans Christian Andersen nacque il 2 aprile 1805 a Odense, piccolo
e fiero capoluogo dell'isola di Fionia.
Era figlio di un povero ciabattino, che ebbe però un temperamento
sognatore e fantasioso. Raccontava spesso favole al figlio e gli
leggeva le storie di Mille e una notte.
La madre era lavandaia, una donna energica e lavoratrice, dedita
però al bere.
Il padre morì quando Hans Christian aveva 11 anni, lasciando la
famiglia in assoluta miseria. La madre finì in un ospizio per
alcolizzati.
Il piccolo Hans Christian ricevette un'istruzione molto superficiale.
Bimbo piuttosto emotivo, era soggetto ad ogni tipo di paure.
A causa della sua altezza, sproporzionata per l'età, e dei suoi
interessi "effeminati" veniva spesso preso in giro dai compagni
di scuola. Già da piccolo componeva le sue prime favole ed
inscenava spettacoli di marionette.
Nel 1819 il quattordicenne Andersen fuggì da Odense a Copenhagen,
in cerca di fortuna. Qui, dopo vari tentativi per affermarsi
nell'ambiente teatrale come ballerino o cantante trovò infine
alcuni protettori generosi, tra essi il musicista italiano
Giuseppe Siboni e soprattutto Jonas Collin, direttore del Teatro reale.
Questi mecenati, rendendosi conto del suo telento gli fecero
avere una borsa di studio, consentendogli di riprendere così
gli studi interrotti e di laurearsi.
Nel corso della sua vita lo scrittore fece numerosissimi viaggi.
La Germania, in particolare, divenne la sua seconda patria.
Anche l'Italia fu molto importante per Hans Christian Andersen:
la visitò quattro volte, soggiornando per lunghi periodi.
In totale Andersen intraprese 29 viaggi all'estero, trascorrendo
più di 9 anni della sua vita fuori dalla Danimarca.
Tra le sue mete, c'erano, oltre all'Europa (Germania, Svizzera,
Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Inghilterra, Scozia, Ungheria,
Grecia), anche l'Asia Minore (Turchia) e l'Africa.
Erano viaggi anche avventurosi, attraverso paesi sconvolti da
rivoluzioni, disordini sociali e malattie mortali.
Andersen li affrontò nonostante il suo carattere fondamentalmente
pauroso, al punto da portare sempre con sé una fune per poter scappare
dalla finestra dell'albergo in caso d'incendio.
Andersen conobbe e frequentò molte persone famose della sua epoca,
come gli scrittori Dumas, padre e figlio, Victor Hugo, Honoré de Balzac,
Charles Dickens, i fratelli Grimm, Heinrich Heine e il giovane Henrik
Ibsen, lo scultore Bertel Thorvaldsen, i musicisti Franz Liszt, Felix
Mendelssohn e Robert Schumann.
Re e principi e i nobili danesi lo invitavano come ospite d'onore, e
le bandiere venivano esposte quando lo scrittore giungeva in città.
Nel 1866 fu nominato Consigliere di Stato e la sua città natale,
Odense, volle festeggiare l'avvenimento conferendogli la cittadinanza
onoraria.
Nel 1875, in occasione del suo settantesimo compleanno, festeggiato in
tutto il mondo, i giornali britannici affermarono che Andersen ormai
era paragonabile a Shakespeare e Omero.
Il maggior miracolo di quest'uomo immaginativo fu indubbiamente il fatto
che, a dispetto delle sue debolezze e dei suoi scrupoli, riuscì a
trasformare i sogni in realtà.
Poco dopo il settantesimo compleanno, il 4 agosto del 1875, Hans
Christian Andersen morì e fu sepolto, con tutti gli onori, a Copenhagen.